Seguendo le normative anti-pandemia il 19 settembre 2020 è stata inaugurata una nuova mostra di pittura sotto la Loggia del Lionello a Udine. In presenza di Fabrizio Cigolot, assessore alla Cultura del Comune di Udine, la gallerista Maristella Cescutti ha mostrato le opere al pubblico intervenuto. Si intitola “I buoni i brutti i cattivi” la rassegna di Rocco Burtone, pittore visionario udinese, in esposizione a La Loggia fino al 14 ottobre 2020; feriali ore 17,30-19,30 e festivi ore 11-12,30, lunedì chiuso.
“È un progetto dedicato ai bambini, uomini e donne – come si legge nel programma di sala – una storia che affronta il tema della diversità (nel senso che ogni personaggio non è mai uguale all’altro) con la tipica ironia di Rocco che ‘burtoneggia’ irridendo la ragione dei buoni, la rabbia dei brutti e l’ottusità dei cattivi”. Ognuno della ventina di quadri esposti mostra una faccia, un profilo, o più volti con fisionomie astrali. Sono forme bizzarre, da sogno infantile, proprio al mondo dell'infanzia potrebbe essere utile la visita d'istruzione alla mostra presente con conseguente attività di produzione scolastica (eventuali prenotazioni al numero di cell: 335 6610390).
Volete vedere delle opere anticonvenzionali? Allora guardate i quadri di Rocco Burtone. Egli è artista anticonvenzionale in tutto. Si occupa di varie branche dell’arte: musica, prosa e pittura. Riesce a dissacrarle tutte in un battibaleno. In pittura usa tecniche varie: colori acrilici, collage cartacei e di oggetti variopinti. I suoi volti stralunati, dipinti nel 2019-2020, si riferiscono a vari mestieri: avvocato, geometra, infermiere, bancario, insegnante… Sono tutti carichi dell’esagerata espressività che ricorda in qualche misura i quadri di Enrico Baj, protagonista delle Avanguardie degli anni 1950-1960..
Rocco Burtone è originale pure nei suoi interventi nei social media. Ad esempio in Facebook getta il suo corpo nella mischia, come direbbe Pasolini. Trasforma l’altare delle lagnanze e degli egoismi, come talvolta è Facebook, in un’altra branchia espressiva del suo essere. I suoi profili web potrebbero essere oggetto di studio di Sociologia della comunicazione (pitture incluse), tanto sono pregni di cultura, ironia, sarcasmo, doppi sensi, comicità, gentilezza, paradossi, lirismo, volgarità popolana ed altro ancora. Nel programma di sala l’artista è definito “pintore”, analogamente ai pittori del Cinquecento, penso a Gianfrancesco da Tolmezzo, che negli affreschi si firmava come “depentore” a Forni di Sotto nel 1492, ma di lui Rocco Burtone direbbe che “era troppo figurativo e aveva troppe Madonne per la testa”.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Fotografie di Elio Varutti e di Leoleo Lulu. Fotografia di copertina: Fabrizio Cigolot, assessore alla Cultura del Comune di Udine, in cravatta, accanto a Rocco Burtone e Maristella Cescutti. Qui sotto: Rocco Burtone vicino a un suo quadro; fotografia di Leoleo Lulu.
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