Dopo vari patimenti per i rinvii a causa della pandemia, finalmente apre una mostra molto interessante. Si intitola Zvan da Vdene Fvrlano. Giovanni Da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487- 1561). È aperta a Udine, in Castello nelle Gallerie d’Arte Antica dal 12 giugno al 12 settembre 2021. C’è bellezza pura in questa originale rassegna a cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, affiancate da un autorevole Comitato scientifico. L’hanno detto alla presentazione alla stampa con un tic di emozione pure Pietro Fontanini, sindaco della città e Fabrizio Cigolot, assessore alla Cultura.
Chi era ‘sto Giovanni da Udine, cui la città gli ha intitolato il Nuovo teatro? Giovanni Ricamatore, meglio noto come Giovanni da Udine, nasce il 27 ottobre 1487: è l’artista stesso a precisarlo in uno dei suoi libri di conti, contraddicendo il Vasari, secondo cui sarebbe nato nel 1497. Il nonno paterno, morto nel 1457, era dedito al ricamo e alla tintura dei panni, mentre il padre Francesco alternava l’attività di sarto, o più verosimilmente di tintore, a quella di ispettore sanitario del Comune. La sua formazione avviene nell’ambito della bottega di Giovanni Martini, che insieme con Pellegrino da San Daniele era uno dei principali artisti attivi in Friuli. Non è certo che egli abbia frequentato a Venezia l’atelier di Giorgione, come vorrebbe Vasari, mentre il suo trasferimento a Roma si può collocare ragionevolmente intorno al 1514-1515, vicino ai grandi della pittura e scultura rinascimentale.
Raffaello lo volle al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge vaticane, Michelangelo lo teneva in alto conto, Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze. Giovanni Ricamatore, o meglio, Giovanni da Udine “Furlano”, come si firmò all’interno della Domus Aurea, riuniva in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro. Il tutto a livelli di grande eccellenza.
A Roma, dove era stato uno dei più fidati collaboratori di Raffaello, rimase anche dopo la scomparsa dell’Urbinate. Conquistandosi, per la sua abilità, dapprima il titolo di Cavaliere di San Pietro e quindi una congrua pensione da pagarsi sull’ufficio del Piombo. Intorno alla metà degli anni trenta del ‘500, Giovanni decise di abbandonare la città che gli aveva garantito fama e onori e rientrare nella sua Udine con il proposito di “non toccar più pennelli”.
Preceduto dalla fama conquistata a Roma, una volta tornato in Friuli si trovò pressato dalle committenze e non seppe mantenere fede al suo “autopensionamento”. Tra le realizzazioni di maggiore importanza vanno annoverate la decorazione di due camerini in Palazzo Grimani a Venezia e l’esecuzione di un lungo fregio a stucco e ad affresco nel castello di Spilimbergo. Inoltre sarà proprio salendo la monumentale scalinata a doppia rampa progetta da Giovanni, stavolta in veste d’architetto, che il pubblico potrà accedere alla magnifica Sala del Parlamento che dal 12 giugno al 12 settembre 2021 accoglie la prima retrospettiva che mai sia stata a lui dedicata.
Per la prima volta in questa mostra viene riunito un cospicuo numero di raffinati disegni che, provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana, confermano la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprattutto di uccelli. Ciascuno degli ambiti della poliedrica attività di Giovanni da Udine è indagato in mostra attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali. Una delizia per i topi di biblioteca.
Inoltre le spettacolari sezioni dedicate alle stampe e ai disegni di architettura consentono di visualizzare i principali luoghi e ambienti in cui l’artista ha operato: dalla Farnesina alle Logge vaticane, da Villa Madama alla Sacrestia nuova di San Lorenzo a Firenze. Il contesto storico e culturale del tempo viene ricostruito in mostra attraverso libri, documenti e filmati.
Una sezione speciale ripropone al Castello di Udine la mostra documentaria dal titolo “Loggia di Amore Psiche. Raffaello e Giovanni da Udine. I colori della prosperità. Frutti del vecchio e nuovo mondo”, a cura di Antonio Sgamellotti e Giulia Caneva, realizzata nell’aprile 2017 alla Farnesina, dedicata ai festoni realizzati nella loggia di Psiche da Giovanni da Udine.
Concluso il percorso espositivo, il visitatore potrà ammirare dal vivo le opere architettoniche, gli affreschi e gli stucchi realizzati da Giovanni da Udine e dai suoi collaboratori nel Castello di Colloredo di Montalbano, a Spilimbergo, a San Daniele del Friuli e a Udine. Per chi voglia spingersi fuori dal Friuli, l’itinerario ideale trova il suo completamento a Venezia, per una visita a Palazzo Grimani, e naturalmente a Roma, che fa tesoro delle sue opere più celebri.
Mostra realizzata con il sostegno della Fondazione Friuli e di AMGA HERA.
INFO: + 39 0432.1272591 – www.civicimuseiudine.it
E-mail: biglietterie.civicimusei@comune.udine.it
ORARI - Covid19: per la sicurezza dei visitatori e degli operatori, gli ingressi al Museo sono contingentati e scaglionati ogni 30 minuti. Il sabato e la domenica è obbligatoria la prenotazione con almeno un giorno di anticipo, negli altri giorni è consigliata. – prenotazione telefonica: +39 0432. 1272591.
Castello di Udine, orari: – da martedì a domenica dalle 10:00 alle 18:00 – chiuso il lunedì.
Gli orari di apertura potrebbero subire delle variazioni. Si raccomanda di verificare sempre al link: http://www.civicimuseiudine.it/it/visita/orari-tickets
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Copertina: Giovanni da Udine Particolare di una crociera lato sud. Roma Villa Farnesina, Loggia di Psiche. Testi e Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti.
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