Il 25 agosto 2021 si è tenuto presso il giardino dell’Azienda vinicola Foffani, a Clauiano di Trivignano Udinese, un affascinante concerto di flauti sotto la geniale direzione di Luisa Sello col complesso musicale de “Le Agane”. Mi scuseranno le maestre di flauto se butto lì un elenco di musicisti che mi è passato per la testa, ascoltando le loro mirabili esecuzioni. A me son venuti in mente Severino Gazzelloni, Jan Anderson, Vittorio De Scalzi dei New Trolls, Sam Rivers, gli Osanna, la Banda di Orzano o Peter Gabriel dei Genesis. Non ci credete: è così!
È che lo stimolante programma del loro concerto, intitolato “Il veleno e l’ambrosia” spazia davvero dalle musiche del Rinascimento, del barocco fino agli autori contemporanei, passando per brani scritti propriamente per questo straordinario complesso di flauti, a testi di autori del Friuli Venezia Giulia e a scritture di gusto internazionale. Non c’è solo musica di grande talento, perché l’ensemble de “Le Agane” si esibisce pure in curiose forme di micro-teatro, nonché di danza con vari costumi.
Che cos’è una Agana? - Più precisamente in lingua friulana “Lis Aganis”, sono delle mitiche figure femminili. Esse abitano presso i corsi d’acqua e nelle grotte. Sulla riva del fiume si bagnano e pettinano le loro lunghe chiome, ammaliando i viandanti, i villici e i mercadanti. Le agane hanno sempre mantenuto un rapporto ambiguo e ambivalente con gli esseri umani. A volte assumono la veste di una salamandra e aiutano con dei doni la donna di passaggio andata a fare fieno. Altre volte si comportano come delle streghe maliziose. Con nomi e caratteristiche diverse, popolano il mondo leggendario di molti paesi dell’arco alpino, oltre al Friuli.
Stupendo concerto europeo - Dopo un breve saluto di Elisabetta Missoni Foffani (con avi italiani di Sebenico, in Dalmazia) si è aperto il programma della serata con un pezzo di Marc Berthomieu, compositore francese (1906-1991), intitolato Arcadie ‘Dryades per 4 flauti, con la istruttiva presentazione di Luisa Sello. Il secondo brano, per ensemble di flauti, ha senz’altro scaldato i cuori dei friulani presenti, perché è un rassemblement di musiche popolari locali scritto nel 2014 da Carlo Corazza (1978) con grande gusto etnografico, intitolandolo Maravee, che vuol dire “Meraviglia” in friulano.
La terza esibizione ha visto l’ingresso di due new entry, come ha spiegato Luisa Sello nella consueta e concisa presentazione. Si tratta, in realtà, di due giovani violinisti (vedi la foto sopra). Tra l’altro, Melanie Meier, per solidarietà di genere, può benessere accolta tra “Le Agane”, mentre Andrea Masiero è sicuramente un elfo, anzi per restare in terra friulana potrebbe essere un maçarot, o uno sbilf, o un guriut, piccole e dispettose creature del bosco. I due violinisti hanno bene eseguito il Canone in re maggiore, del tedesco Jahann Pachelbel (1653-1706).
Col quarto pezzo in programma, intitolato come tutta la splendida serata “Il veleno e l’ambrosia (tributo a Erik Dolphy)”, opera di Marino Baratello (1951), c’è stato l’elegante inserimento della danza di Ilaria Prelaz, mentre Marina De Palma era al flauto.
Il quinto brano eseguito ai flauti si intitola Intradae Quinque & Sex Vocibus di Alessandro Orologio (1555-1633). Poi c’è stato Quadrifoglio, opera del 2015 di Rainer Bischof (1947) per ensemble e micro-teatro. Stupefacente il settimo pezzo, eseguito con maestria, foga e un certo Jethro Tull passion play dal duo composto di Sara Brumat e Birgit Karoh. Vedi foto sotto.
Altre lacrimucce friulane devono essere sgorgate copiose tra le mascherine (obbligatorie per la pandemia, come il Green pass per l’ingresso) e le guance degli spettatori quando queste mirabolanti Agane hanno intonato Scjaraçule maraçule, un ballo tipico del Friuli risalente a prima del 1500, qui nella versione di Giorgio Mainerio (1535-1582). Ragazze super!
Gli ultimi brani ascoltati erano di Astor Pantaléon Piazzolla (1921-1992) col titolo Tango Etude n. 3, eseguito al flauto da Elena Pelos, mentre l’intero gruppo ha proposto nel finale Los Pajaros perdidos e Milonga for ensemble, scritti da Marino Baratello / Astor Piazzolla.
Altro che veleno! Queste mitiche Agane propongono solo che ottima ambrosia, ovvero il nettare per gli dei (e per l’orecchio degli spettatori). Poi i Foffani ci hanno messo del loro con un calice di Friulano della casa, per il commiato ai gentili ospiti.
Il complesso de “Le Agane” utilizza l’intera famiglia dei flauti traversi, dall’ottavino, al flauto in do, al flauto in sol al flauto basso, che permette di creare un vero e proprio ‘gruppo orchestrale’ capace di riproporre i brani più complessi. Intonazione, fraseggio, articolazione appartengono alla stessa scuola, quella della flautista Luisa Sello. Questa è la composizione classica de “Le Agane” viste a Clauiano: Veronica Bortot, Sara Brumat, Marina De Palma, Ksenija Franeta, Birgit Karoh, Tijana Krulj e Ilaria Prelaz.
Luisa Sello è una suprema solista internazionale di flauto traverso, formatasi alla scuola di Parigi e docente al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste, all’Accademia Orpheus di Vienna e alla New Bulgarian University. “Le Agane” si sono esibite il giorno dopo nel parco della chiesa Santa Maria del Mare di Lignano Sabbiadoro (UD). Le musiciste sono state presenti pure ad Aquileia (UD), a Pechino e Qingdao, al Festival internazionale flautistico rappresentando l’Italia, al MuseumsQuartier di Vienna e al festival di Varna 2021 (Bulgaria).
Fotografia qui sopra: Una scena de “Il veleno e l’ambrosia (tributo a Erik Dolphy)”, opera di Marino Baratello (1951), con l'inusuale inserimento della danza di Ilaria Prelaz, mentre Marina De Palma era al flauto.
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Recensione di Elio Varutti. Attività di ricerca e di Networking a cura di Maria Iole Furlan e E. Varutti. Lettore: Sebastiano Pio Zucchiatti. Fotografie di Daniela Conighi, Udine.
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