top of page
  • Immagine del redattoreevarutti

I bombardamenti aerei americani a Udine sud, 1944-1945

Aggiornamento: 16 ago 2020

Nei primi anni della Seconda guerra mondiale la vita nel quartiere fu abbastanza tranquilla. A turbarla, facendola piombare nel terrore e nella disperazione, furono i bombardamenti angloamericani del 1944 e 1945, mirati alla distruzione degli impianti ferroviari, ma spesso fuori bersaglio e causa di morte tra la popolazione inerme di Udine sud. Fu colpita pure porta Aquileia (vedi foto).



Anche il Collegio della Gioventù italiana littorio (GIL) di Via Pradamano venne bombardato, poiché era diventato una caserma nazista. Dal 1947 al 1960 fu Centro di Smistamento Profughi per i rifugiati dall’Istria, Fiume e Dalmazia. Il complesso di edifici sorse nel 1935-’36, su progetto dell’architetto Ermes Midena come Collegio convitto Opera Nazionale Balilla (vedi foto sotto) e fu inaugurato da Mussolini nel 1938.

Seguirò i racconti dei vicini di casa e della gente della zona tra Via delle Fornaci e il Viale Palmanova, come il signor Giovanni Comuzzi, di 92 anni, oppure la signora Iole Croatto vedova Falzone, di 94 anni, che ormai non ci sono più. Per non parlare di Adelia Mariuz vedova Larice, 96 anni, nata a Cordenons (PN), catechista per decenni nella parrocchia di San Pio X a Udine, abitando in Via delle Fornaci. Queste sono persone che quando ti raccontano i fatti vissuti, ti fanno venire i brividi, per il modo con cui riescono a rappresentare la bellezza della vita.

Udine sud apparteneva alla parrocchia del Carmine, infatti, la parrocchia di San Pio X sorse nel 1958. Ho consultato il Libro Storico della Parrocchia della Beata Vergine del Carmine, scoprendo che il parroco del tempo annotò accuratamente gli eventi luttuosi dell’epoca. La prima incursione aerea, il 3 agosto 1944, rase al suolo sei case del Borgo Aquileia. Il 28 dicembre dello stesso anno, alle 12 e 30, gli aerei americani portarono morte e distruzione in Via del Vascello, Via della Cernaia, Via Medici, Via Roma e nel Viale della Stazione con 18 vittime della parrocchia del Carmine. Il giorno successivo un nuovo bombardamento provocò soprattutto danni materiali.



Il 20 gennaio 1945 fu colpito lo scalo ferroviario di Via Buttrio e il 20 febbraio fu attaccata la Caserma Valvason, a fianco del Carmine, causando sette vittime civili. Gli aerei alleati sganciarono bombe su Via Aquileia anche il 21 e il 23 febbraio successivi. Il 24 dello stesso mese fu lesionata la Chiesa di Baldasseria e alcune case vicine, provocando il panico in una zona considerata sicura e nella quale si era rifugiato anche il cappellano del Carmine, don Felice Spagnolo, facente funzioni di parroco al posto del titolare che si era messo al riparo fuori Udine, presso la casa di famiglia.

Tra le altre, don Spagnolo fu un grande amico di mio padre, Giacomo Varutti (1905-1962). Forse perché organizzarono nel chiuso della canonica della parrocchia del Carmine, sin dal 1943, le prime riunioni della Resistenza, con gli opuscoli della Osoppo, come ha lasciato scritto mio padre. Ad esempio nel 1943 Emilio Lussu pubblicò “La ricostruzione dello Stato”, ristampato più volte dal Partito d’Azione a Udine. C’era poi una pubblicazione di un radiomessaggio del Papa del 1° settembre 1944, stampata dalle Arti Grafiche Friulane, col titolo “S.S. Pio XII nel 5° anniversario della guerra traccia alti orientamenti per la rinascita della vita civile”. Per vari mesi il Centro informazioni provinciale (Cinpro) del Comitato Nazionale di Liberazione (CNL) provinciale ebbe sede presso la canonica della chiesa del Carmine.

Non fu irrilevante l’approvvigionamento e il materiale di meccanica fornito, nel 1944-1945, alle Brigate Osoppo Friuli da simpatizzanti attivi nelle parrocchie della Beata Vergine del Carmine, del Tempio Ossario e del Santissimo Redentore a Udine. Dal 1931 era parroco del Redentore Monsignore Luigi Pilosio. Fu egli una figura di prete collegata alla profuganza e alla solidarietà. Durante la Prima guerra mondiale, infatti, fu nominato cappellano dei profughi che avevano abbandonato il Friuli, invaso dalle truppe austro-tedesche, ed erano stati sparpagliati in varie regioni italiane. Dal 1943 Monsignore Pilosio si occupò di tenere delle riunioni segrete e veramente “sotto chiave” nello scrittorio della sua canonica, dove venivano respirati i primi aneliti di democrazia tra i simpatizzanti delle Brigate Osoppo Friuli, chiamatesi così in onore dei moti risorgimentali del 1848 alla fortezza di Osoppo, nella collina friulana. Molti giovani simpatizzarono per quel movimento che lottò contro l’invasore nazista, anche a Udine Sud, “ancje fûr di Puarte Aquilee”. Ho trovato un’agenda tascabile autoprodotta da un simpatizzante tredicenne delle Brigate Osoppo Friuli (BOF), la cui famiglia abitò in Via delle Fornaci a Udine; vedi fotografia.



I caduti di Udine Sud nella Seconda guerra mondiale

Al termine del conflitto, il bilancio dei caduti residenti nel territorio dell’attuale parrocchia di San Pio X fu molto pesante: 48 morti su circa 800 abitanti. Gli effetti dei bombardamenti angloamericani sul Friuli sono documentati in varo modo; ho trovato nel web una foto sulle bombe a Buja, effetti dei bombardamenti Usa, 1944; vedi più sotto foto, tratta dal web.

L’elenco completo delle 49 vittime di Udine Sud cadute nella Seconda guerra mondiale, con qualche cenno biografico, ce l’ha proposto Monsignor Aldo Moretti nel 1985, proprio sul Numero Unico stampato per la sagra di Baldasseria. Vedi: Aldo Moretti, “I caduti dell’oltre – cavalcavia e di Baldasseria nella guerra 1940 – 1945”, in Baldasseria ’85. Qui se ne riporta solo il nominativo: Baldan Sergio, Battistutti Beniamino, Barazzutti Umberto, Bellina Adolfo, Boldarino Severino, Boratto Remo, Bortolossi Elda, Brezil Giuseppe, Buziol Umberto, Calligaris Giacinto, Candotti Giovanni, Chiarparini Bruno, Cignolini Maria, Clocchiatti Marino, Comuzzi Antonio, Crapiz Luigi, Danieli Valeria, De Marchi Lino, Disnan Dino, Durli Giovanni, Francescato Ettore, Franzolini Adelchi, Franzolini Virgilio, Friz Antonio, Gargiulo Antonio, Garofalo Umberto, Germi Gerolamo, Giuffrida Giovanni, Gremese Bruno, Gremese Giuseppe, Maestrutti Bruno, Marquardi Luigi, Merlino Alberto, Michelutti Lino, Moretti Ezio, Muratori Renato, Paladin Giovanni, Paoloni Olimpio, Patussi Sante, Pavan Anna, Plaino Giobatta, Polonio Giuseppe, Provvisionato Giuseppe, Roiatti Gino, Savorgnani Ermes, Taddeo Bernardo, Tavano Giovanni, Tavano Marco e Zorzetti Bruno.


Ringraziamenti

Sono grato alle persone intervistate e alle famiglie della parrocchia di San Pio X che mi hanno messo a disposizione certi documenti. Ringrazio per la collaborazione alla ricerca oltre Franco Sguerzi, Italo Nicoletti, il parroco della parrocchia della Beata Vergine del Carmine don Giancarlo Brianti, gli operatori dello sportello Certificati storici dell’anagrafe del Comune di Udine, gli operatori dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine e anche Mons. Sandro Piussi, direttore della Biblioteca del Seminario di Udine, dove ho consultato l’Archivio Osoppo della Resistenza in Friuli, curato da Mons. Aldo Moretti.

Fonti archivistiche

- Archivio Osoppo della Resistenza in Friuli, cartelle varie, dattiloscr. e ms.

- Archivio della Parrocchia della Beata Vergine del Carmine, Udine, Libro Storico, 1944-1945, ms.

- Archivio della Parrocchia di S. Pio X, Udine; don Aldo Moretti, Appunti e note, Udine [1980] datt., pp. 2.

- Archivio familiare dell’Autore, Udine, ms.

Cenni bibliografici

- Aldo Moretti, “I caduti dell’oltre-cavalcavia e di Baldasseria nella guerra 1940-1945”, numero unico «Baldasseria ’85», Udine.


Udine, 25 aprile 2018, labari delle Brigate Osoppo Friuli alla Festa della Liberazione; foto Varutti

--

Servizio giornalistico di Elio Varutti. Attività di ricerca e di Networking a cura di Maria Iole Furlan, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti e da collezioni private citate nell’articolo.

475 visualizzazioni0 commenti
Post: Blog2_Post
bottom of page