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Twitt con un infoibato. Ricerca immaginaria di studenti friulani, 2013

Aggiornamento: 16 ago 2020

Una decina di allievi della classe 5 ^ D Tecnico dei Servizi di Ristorazione dell’Istituto alberghiero di Udine hanno immaginato di scambiarsi dei brevi messaggi (“Twitt”) con Enea Urbino, un milite istriano infoibato nel 1945 e prozio di Sara Cumin, una studentessa della medesima classe. L’indagine era a cura di Elio Varutti, insegnante di Economia e gestione delle aziende ristorative, Cinzia Lodolo, insegnante di Sostegno e Carla Maffeo, docente di Italiano e Storia. Si presenta qui una selezione del progetto che ha partecipato al Concorso Nazionale “La Letteratura Italiana d’Istria, Fiume e Dalmazia” – MIUR, 2013-2014.

Si è voluto partire così da una fatto storico del territorio, coinvolgendo in prima persona una studentessa, col consenso della sua famiglia, per giungere ai fatti della grande storia, in questo caso la seconda guerra mondiale e gli accadimenti del confine orientale italiano, utilizzando gli elementi dell’immaginazione e della fantasia, oltre ai documenti, ai libri e alle interviste alle fonti orali.

Il dialogo immaginario, quasi come in uno psicodramma, si è aperto con delle domande effettuate da alcuni allievi della classe, suddivisa in gruppi spontanei. Un altro gruppo, cui faceva parte Sara Cumin, pronipote dell’infoibato, ha immaginato di dare delle risposte, immedesimandosi nel milite stesso e con l’aiuto e col consenso dei familiari discendenti del caduto, esuli a Mariano del Friuli (GO). Il resto della classe ha preferito partecipare all’attività in aula, con l’ascolto e la lettura dei testi, oppure contribuendo alla revisione dei materiali della ricerca, utilizzando la letteratura dell’esodo istriano dalmata. Immagine di copertina: allieva Cheyenne Degano, La morte rosea, Shoah, lager e foibe, olio su tela, cm 40 x 60, 2014, classe 4^ E Enogastronomia Istituto Stringher, Udine; taglio redazionale.


Chi era Enea Urbino?

Risulta “disperso” il 29 gennaio 1945. Enea Urbino, milite italiano, è nato a Visinada (provincia di Pola, Istria) il 7 agosto 1927; vedi il sito http://www.laltraverita.it

Era figlio di Francesco Urbino e di Antonia “Nina” Roppa. La gente del paese disse che fu “gettato in foiba” dai titini, come ricordano i familiari. Con tutta probabilità Enea Urbino fu fatto scomparire nella foiba di Treghelizza o Troghelizza a Castellier di Santa Domenica di Visinada (Kaštelir). Tale foiba è menzionata nell’Albo d’oro di Luigi Papo, col numero degli infoibati, determinato sommando salme esumate, vittime accertate e presunte. Secondo altri autori in tale foiba, profonda m. 111, furono recuperate e identificate il 16 novembre 1943 solo due salme dei molti civili infoibati nel periodo settembre-ottobre 1943. Vedi: G. G. Corbanese – A. Mansutti, Ancora sulle foibe. Gli scomparsi in Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia 1943-1945, Udine, Aviani & Aviani, 2010, pag. 24.

Intervista sull’esodo istriano

A questo proposito si riporta uno stralcio dell’intervista raccolta dall’allieva Sara Cumin ai familiari, nell’anno scolastico 2012-2013, a cura del professor Elio Varutti.

Domanda: Quando i familiari sono scappati dall’Istria? Risposta: I miei familiari sono scappati da Visinada d’Istria alla fine della seconda guerra mondiale. L’Italia aveva perso la guerra. Il territorio dell’Istria era passato alla Jugoslavia. Trieste nel 1954 è tornata italiana. Gli italiani d’Istria furono costretti a lasciare le loro case e tutti i loro beni laggiù per evitare di essere uccisi o gettati nelle foibe.

D.: Chi erano e dove arrivarono? R.: I miei nonni materni (Francesco Urbino e Antonia Nina Roppa) e la mia mamma (Bruna Urbino) scapparono a Trieste. Mio zio Enea Urbino, fratello di mia mamma era scomparso. I compaesani dicevano che era stato “gettato in foiba”.

D. Dove vennero accolti? Passarono per i Campi Profughi? R.: Prima passarono per il Silos di Trieste [che era uno dei 18 Campi Profughi del capoluogo giuliano], quello vicino alla stazione, dove vennero registrati come esuli. In seguito furono ospitati da una famiglia di amici, mentre la sorella di mia mamma, con la famiglia e i figli, venne mandata nel Campo Profughi di Latina, vicino a Roma.

D.: In famiglia parlate di quei fatti storici? R.: Sì, mia mamma mi raccontava di quel periodo, della guerra, di quanto fosse duro sopravvivere, ma anche della sua vita di paese, del lavoro nei campi, del nonno che suonava le campane e improvvisamente hanno dovuto lasciare tutto perché erano italiani e stranieri nella loro terra e poi stranieri in Italia.

Curiosità: Visinada, oggi in Croazia, si trova a 60 km da Trieste e 60 km da Pola. Vedi la cartolina del 1902, qui sotto; collez. privata.

Nome e cognome dell’intervistata: Patrizia Dal Dosso. Anno e città di nascita: 1959, Firenze. Data dell’intervista: 16 febbraio 2013. Intervistatrice: Sara Cumin. Mariano del Friuli (GO). Classe 4^ D Ristorazione Istituto “B. Stringher” Udine. Elaborazioni a cura del prof. E. Varutti. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli.


I twitt – le domande della classe

1) Perché ti sei arruolato nell’esercito e non dai partigiani? Perché hai deciso di rimanere e non sei scappato? (allievo Marco G.).

2) Perché ti sei arruolato? Ricordi ancora i fatti accaduti? Cosa ti ha spinto a difendere la tua terra? Sei più ritornato nella tua terra? (allieve Sabrina De M., Naida F., Jessica G. e Giulia Z.).

3) Che cosa ha spinto ad arruolarsi in quel reggimento? Dopo che è finito tutto i tuoi sono tornati a casa? Come hanno fato a sapere che non c’eri più? (allieva Kristen M.).

4) Cosa ti ha spinto ad arruolarti? Cosa sarebbe successo se non ti fossi arruolato? Perché non l’hai fatto? Cosa ha significato per la tua famiglia scappare dal vostro paese? È stato difficile? (allieve Francesca B., Jessica M.).


I twitt – le risposte dell’allieva e dei suoi familiari

I testi sono stati predisposti da Sara Cumin e Manuel G., con la partecipazione dei familiari di Sara Cumin, pronipote di Enea Urbino, il milite infoibato.

1) Domanda Perché hai deciso di arruolarti nell’esercito italiano?

Risposta: Un giorno mi arrivò la lettera per la leva, cioè l’addestramento militare obbligatorio per tutti i ragazzi della mia età. Ero giovane e non sapevo che fare. Le opzioni erano poche e conflittuali: o l’esercito o i partigiani. Scelsi l’esercito per poter difendere la mia patria e perché, secondo me, era una causa per cui valeva la pena di lottare.

2) D.: Cosa sarebbe successo se non ti fossi arruolato?

R.: Lo stato sarebbe risalito alla mia abitazione, avrebbe inviato i soldati a prendermi e mettermi nei campi di concentramento per diserzione.

3) D.: Sei ritornato nelle tue terre? Adesso ti senti a casa tua?

R.: Sì, per fortuna, non potrei essere più felice di così e spero di non dover ricombattere mai più.

4) D.: In famiglia come hanno fatto a sapere che non c’eri più?

R.: Sapevano che ero scomparso. Dalle voci dei compaesani si è scoperto che ero stato “gettato in foiba”.

5) D.: Dopo che è finito tutto i tuoi familiari sono ritornati a casa?

R.: No, non potevano. Se fossero tornati a casa sarebbero stati uccisi. Furono costretti a scappare a Trieste, dove nel Campo Profughi del Silos furono registrati come esuli. Oggi vivono a Mariano del Friuli (GO).

6) D.: Perché hai deciso di restare in Istria e non sei scappato?

R.: Ero giovane e non sapevo che fare. Quando mi arrivò la lettera di leva pensai che fosse giusto combattere nell’esercito per difendere il mio paese. A Visinada non c’erano i partigiani della Osoppo, che erano anticomunisti, contro le dittature e raccoglievano molti giovani friulani delle parrocchie per difendere i propri paesi.

7) D.: La tua famiglia parla ancora di quei fatti?

R.: Sì, parlano ancora di quel periodo, della guerra, di quanto fosse stato duro sopravvivere e di come, improvvisamente, si è dovuto abbandonare tutto, tutti i nostri averi e i nostri ricordi, perché essendo italiani, lì nella nostra terra si divenne stranieri e, poi, esuli in Italia si veniva trattati da stranieri.

La letteratura dell’esodo istriano

Si è notato che abbondano le dediche d’autore manoscritte sui libri dell’esodo istriano dalmata. Tali comportamenti originali evidenziano uno spiccato sentimento di appartenenza socio territoriale, studiato da sociologi e psicologi. Nella presente ricerca, oltre ai saggi e ai romanzi, sono state lette e commentate tali dediche, ipotizzando che la letteratura abbia contribuito a lenire il dolore dell’esilio o a tenere viva la questione adriatica. Vedi in bibliografia.

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Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher” Viale Monsignor G. Nogara - Udine Classe 5^ D Ristorazione. Concorso Nazionale “La Letteratura Italiana d’Istria, Fiume e Dalmazia” – MIUR, 2013-2014. Scuola secondaria di secondo grado. Referente del progetto: professor Elio Varutti.

Bibliografia

Elio Apih, Foibe Giuliane, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2010.

Renzo Cliselli, La mia Pisino, Famiglia Pisinota, 2006.

Domenico Delton, Giuseppe Del Ton, Luigi Donorà, Giovanni Fabro, Pompea Fabro Inclimona, Giovanni Gaspard, Achille Gorlato, Laura Gorlato, Bruno Manzini, Maria Toffetti Giachin, Dignano e la sua gente, Trieste, Centro Culturale “Gian Rinaldo Carli”, 1975.

Dario Donati, Il veneziano, Bologna, Boni, 1981.

Mario Maffi, 1957. Un alpino alla scoperta delle foibe, Udine, Gaspari, 2013.

Paolo Scandaletti, Storia dell’Istria e della Dalmazia. L’impronta di Roma e di Venezia, le foibe di Tito e l’esodo degli italiani, Pordenone, Biblioteca dell’Immagine, 2013.

Scipio Slataper, Il mio Carso, Trieste, Editoriale FVG, 2003.

Giani Stuparich, Notte sul porto. Racconti, Roma, Tumminelli, 1942.

Fulvio Tomizza, La miglior vita, Milano, Rizzoli, 1977.

F. Tomizza, Gli sposi di Via Rossetti, Milano, Mondatori, 1986.

F. Tomizza, La ragazza di Petrovia, Milano, Bompiani, 1992.

F. Tomizza, Il sogno dalmata, Udine, Editoriale FVG, 2007.

Elio Varutti, Il Campo Profughi di Via Pradamano e l’Associazionismo giuliano dalmata a Udine. Ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo, 1945-2007, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, Udine, 2007.

Dedica dell’esodo firmata a Trieste sul libro Notte sul porto. Racconti da Giani Stuparich agli amici Enrico Conighi (di Fiume) e Miranda Brussich (di Pola) nel 1954, poco prima che la città giuliana ripassasse all’Italia. Collez. famiglia Conighi esule da Fiume a Udine.


Ringraziamenti. La redazione del blog è grata a Cheyenne Degano, per il quadro intitolato La morte rosea, Shoah, lager e foibe, che fa da copertina al presente articolo. Per la partecipazione all’attività didattica del 2013-2014 si ringraziano le professoresse Lidia Lodolo, Carla Maffeo e Anna Maria Zilli (Dirigente scolastica), oltre alle classi 5^ Ristorazione e 4^ Enogastronomia dell’Istituto Stringher di Udine. Sentiti ringraziamenti vanno rivolti a Sara Cumin, pronipote dell’infoibato e ai suoi cari genitori e familiari coinvolti nella ricerca storica del territorio.

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Servizio giornalistico di Elio Varutti. Attività di ricerca e di Networking a cura di Maria Iole Furlan, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti, da collezioni varie, del web, o dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.

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