L’ingegnere Carlo Alessandro Conighi è nato a Trieste il 26 febbraio 1853 ed è morto a Udine il 5 agosto 1950. Costruì molti edifici di Fiume e di Abbazia (oggi Croazia). Nel 1950 fu definito “Il nonno degli esuli” dai giornali dell’esodo. Egli aveva origini toscane, friulane – da Gradisca Imperiale – e venete. Gli avi Conighi, dal Seicento, erano stimati tintori di seta, nativi della Val di Zoldo, provincia di Belluno (nella Serenissima Repubblica di Venezia), trasferitisi poi in territorio asburgico, a Gradisca, per lavoro (vedi in Bibliografia: Varutti 1999).
Carlo Alessandro Conighi era figlio di Carlo Eugenio, assicuratore (Trieste 1818-Fiume 1894) e di Teresa Buffetti. Compì gli studi al liceo di Trieste, a Graz e a Monaco, presso la Regia Scuola Bavarese Politecnica, diplomandosi ingegnere nel 1875, come è scritto sul «Messaggero Veneto», del 17 agosto 1950. Poi lavorò a Trieste, divenendo impresario edile. Sue sono le “palestre ginnastiche di Via della Valle”, poi costruì alcuni palazzi e ville, come scrive «La Vedetta d’Italia» del 26 febbraio 1933.
Ritratto della famiglia Conighi di Fiume verso il 1899, Stabilimento fotografico Carposio, Via Ciotta, Fiume. L’ingegnere Carlo Alessandro Conighi è in piedi, la moglie Elisa Ambonetti, seduta, la figlia Maria Regina, in piedi, Carlo Leopoldo, col farfallino, seduto sullo sgabello, con Cesare e Giorgio, in piedi davanti al babbo. Collezione famiglia Conighi, Udine.
Egli fu a Fiume, nel 1883, per lavoro e, assieme ad Icilio Bacci, fondò il “Circolo letterario”, che curò la creazione di varie biblioteche popolari. Nel 1884, si trasferì definitivamente da Trieste a Fiume, avendo vinto l’appalto per costruire il Palazzo del Governo Marittimo, su progetto dell’architetto ungherese Alajoš Hauszmann. In quegli anni l’ingegnere Carlo Alessandro Conighi sposò Elisa Ambonetti, che gli diede cinque figli: Maria Regina (Trieste 1881-Udine 1955), Carlo Leopoldo (Trieste 1884-Udine 1972), Silvia (Fiume 1888-1892), Giorgio Alessandro (Fiume 1892-Trento 1977) e Cesare Augusto (Fiume 1895-Roma 1957).
L’ingegnere Conighi era già nel 1880 a Fiume, quando lavorò assieme a Nikolaki de Nikolaides alla casa Turca, completata nel 1906. Secondo la signora Maria Rudan “nel 1908 fu costruita la villa Rudan, su disegni dell’ingegnere Carlo Conighi”.
Nell’autunno 1907 fu a Fiume Gabriele d’Annunzio, per leggere “La Nave” e Carlo Conighi, per primo, lo accolse a teatro con applausi e grandi dimostrazioni di simpatia. Nel 1908 progettò a Fiume una casa per Hans Dettelbach, di Graz, oltre alla Casa di amministrazione dell’Oleificio Ungherese, come dal Certificato del Civico Ufficio Tecnico di Fiume, 30 giugno 1909. Suoi sono i disegni di Casa Rosa Firmi, dello stesso anno.
Nel 1909 Carlo Conighi firmò casa Penso, casa Unione e casa La Bella Ebrea, quest’ultima con Silic e, nel 1910 è la volta di villa Bartolomei e di casa Schiucca-Matcovich, come ha scritto Theodor de Canziani Jakšic in un saggio disponibile anche in Internet. Pure Ornella Sciucca - nel suo “Le ville di Belvedere e Cosala: testimoni d’altri tempi”, «La Voce del Popolo», 3 settembre 2021, p.11 - cita Carlo Conighi, quale autore del progetto di casa "Shiucca-Matcovich".
La sua azienda aveva la seguente intestazione: “Carlo ing. Conighi, Impresa di costruzioni, Fiume-Abbazia”. A tale ditta si deve la costruzione, avvenuta nel 1890, del palazzo della Società Filarmonico-Drammatica, su progetto dell’architetto Giacomo Zammattìo (Trieste 1855-1927), come si legge su «La Vedetta d’Italia» del 26 febbraio 1933.
Giacomo Zammattìo, La sede della Filodrammatica. Fotografo Ilario Carposio, Fiume 1902. Immagine da Facebook, Gruppo Un Fiume di Fiumani. Inaugurazione: 1890. Sculture: Ludwig Strichtius. Dipinti: Eugenio Scomparini. Decorazioni: Giovanni Fumi. Costruzione: Carlo A. Conighi.
L’articolista gli attribuisce molte altre costruzioni come la prefettura, il tempio israelitico, il gruppo di case operaie alla Torretta, il palazzo della Banca d’Italia, la casa Smaich, la casa Rauschel al Corso, le scuole di Via XXX Ottobre e quelle statali alla Torretta. Alla sua genialità sono dovute le più sfarzose ville della riviera degli anni trenta, come la villa Rosalia, la villa Adria, la villa Nettuno, le ville barone Ransonnett, Smith, Harey, Frappart, Portheim, Janet, Italia, oltre all’Hotel Bellevue e al Sanatorio Szegoe di Abbazia. La famiglia Szegö è legata al “Kurhaus”, clinica del dottor Kalman Szegoe di Abbazia, oggi Opatija, in Croazia. Era detto anche Sanatorio Szegoe; era specializzato nella cura di pazienti di malattie polmonari. Il sanatorio viene edificato a fine Ottocento dall’azienda Carlo Conighi di Fiume e Abbazia su raffinato progetto dell’architetto Max Fabiani.
L’ingegnere Carlo Alessandro Conighi costruì la sinagoga di Fiume, nel 1902-1903, secondo il progetto del celebre architetto ungherese Leopold Baumhorn, specializzato nella costruzione di sinagoghe monumentali. La costruzione, iniziata nel 1902, si concluse l’anno successivo, quando fu solennemente inaugurata il 22 ottobre 1903. Baumhorn scelse uno stile eclettico per gli esterni, dove si intercalano più stili: il Neo-bizantino, il Neo-moresco e la Sezession del Carnaro. L’interno fu più chiaramente improntato alle forme neo-moresche. La sinagoga, di “aspetto orientaleggiante”, fu fatta saltare in aria nel 1944, in un attentato antisemita e i ruderi bruciati furono demoliti sotto Tito. Il cronista del «Piccolo della Sera», nel 1933, riferendosi all’impresa edile di Carlo Alessandro Conighi, scrive, tra l’altro: “A Fiume costruì innumerevoli edifici tra i quali il Palazzo del Governo Marittimo (1884)… il Tempio israelitico”. È in un numero de «L’Arena di Pola» del 2014 che si trova pure la notizia sulla costruzione della sinagoga affidata all’impresa dell’ingegnere fiumano Carlo Conighi.
I costruttori Conighi, padre ingegnere e figlio architetto, verso il 1912, aprono il cantiere per edificare il palazzo che sarà della Banca d’Italia, in via G. Ciotta. Il direttore dei lavori è sempre l’architetto Carlo Leopoldo Conighi, con l’impresa del babbo suo, come emerge dalle carte familiari.
Cito studi recenti in merito, anche se contenenti analisi economiche e territoriali discutibili: “Il 1° dicembre 1921, dopo che il Trattato di Rapallo aveva istituito lo Stato Libero di Fiume, su invito del commissario governativo fu aperta una dipendenza della Banca d’Italia con la formula dell’ordinamento speciale, come “filiale a Fiume”. La filiale assunse anche le operazioni dell’Istituto di Credito del Consiglio Nazionale, che, diretto da Ettore Rosboch, aveva svolto le funzioni di “banca centrale” durante la reggenza dannunziana. Lo stesso Rosboch fu assunto presso la nuova filiale.
A Tolmino il 30.1.1922 è istituita un’agenzia funzionante dal 25.9.1922 e cessata il 1.3.1934. Analogamente a Postumia, un’agenzia, deliberata nel 1923, fu aperta solo nel 1927. Tre delle agenzie chiuse, Bressanone, Tolmino e Postumia, si trovavano nelle “terre redente” dove la Banca era stata sollecita a insediarsi secondo le direttive del governo, e dove era rimasta per “spirito di italianità”, pur sopportando perdite economiche, dal momento che si doveva ammettere l’assoluta inattività di quelle dipendenze poste agli estremi confini del Regno, in zone alpestri dove né agricoltura né commercio avrebbero potuto allignare” (Battilocchi e Melini).
Nel 1915, essendo presidente della Camera di Commercio e Industria di Fiume, l’ingegnere Conighi fu costretto a dimettersi e fu inviato nel campo di internamento di Kiskunhalas, nella landa ungherese. Volle pagarsi il biglietto del treno in segno di sdegno nei confronti dei gendarmi austroungarici che lo scortavano.
Liberato il 1° agosto 1918, fece ritorno a Fiume e, a fianco di Antonio Grossich, lottò per l’annessione di Fiume all’Italia. Dopo la marcia di Ronchi (12 settembre 1919), fu uno dei consiglieri di D’Annunzio. Ebbe pure l’incarico della vice presidenza del Consiglio nazionale, dopo la marcia di Ronchi e la Reggenza del Carnaro.
“La signora Elisabetta Reich – ha detto Riccardo Simoni – mi raccontava che negli anni ’20 ad Abbazia, presso Fiume, credo nel sanatorio Szegö, c’era un’intensa vita culturale, tanto che facevano i sabati letterari con Edoardo Weiss, Sándor Ferenczi ed altri allievi di Sigmund Freud. Erano tempi così”.
Das Kurhaus in Abbazia, o sanatorio Szegoe, progetto realizzato in parte dai Conighi
Il 2 gennaio 1921, al Cimitero di Cosala, il Comandante D’Annunzio e i legionari s’inginocchiano davanti ai feretri dei caduti nel Natale di Sangue, coperti con la bandiera di Randaccio, in ginocchio c’è pure l’ingegnere Carlo A. Conighi, con la bombetta in mano.
La regina Elena, reggente del Montenegro, il 6 giugno 1922 nominò l’ingegnere Carlo Conighi commendatore dell’Ordine del Principe Danilo I, istituito per l’indipendenza del Montenegro. Successivamente all’annessione italiana di Fiume, datata 27 gennaio 1924, egli ricoprì varie cariche amministrative e politiche: vice sindaco, vice presidente della Provincia del Carnaro, presidente della Cassa Distrettuale Ammalati e, per qualche tempo, fu commissario prefettizio alle Corporazioni Industria e Commercio, come scrive «Difesa Adriatica» del 12 agosto 1950.
Nella sua Fiume fu pure presidente del Club Alpino Fiumano, del Circolo letterario, della Società Dante Alighieri, della Lega nazionale, del Circolo patriottico e della Società dei concerti. Dopo il 1924 fu nominato Gran ufficiale della Corona d’Italia, motu proprio del re.
Nel 1928 l’ingegner Conighi, assieme al socio ebreo Grünwald, progettò a Fiume la raffineria di benzina e i depositi di petrolio, ma l’azienda di famiglia non si riprese dal tracollo economico causato dalla Grande guerra, come ha raccontato Miranda Brussich.
L’occupazione jugoslava del 3 maggio 1945 lo costrinse all’esilio, come fu per molti fiumani. Nel settembre 1946 dette l’addio alla propria casa di Fiume e partì per Trieste, con la scusa di una visita oculistica. Poi riparò a Udine, dove visse fino al 5 agosto 1950, quando morì esule. Durante i funerali, che si tennero a Udine – come riporta «Giornale di Trieste» del 10 agosto 1950 – la sua bara fu avvolta nella bandiera con i colori della sua città: il violetto, il giallo e l’azzurro (E. Varutti 2007, p. 101).
Fiume, 2 gennaio 1921, Cimitero di Cosala. Il Comandante e i legionari s’inginocchiano davanti ai feretri dei caduti nel Natale di Sangue, coperti con la bandiera di Randaccio. L'ingegnere Conighi è sulla destra, capelli e baffi bianchi.
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Fonti orali
Miranda Brussich vedova Conighi (Pola 1919 – Ferrara 2013), int. 21 agosto 2013 a Ferrara.
Maria Rudan, vedova di prime nozze Mohovic, poi vedova Lehmann, nata nel 1906 a Fiume, Impero d’Austria Ungheria, e morta a Bolzano nel 2008, è stata dallo scrivente intervistata a Bolzano, dov’era esule, il 17 luglio 2003.
Riccardo Simoni, Rovigno 1940, esule a San Casciano in Val di Pesa (FI), intervista telefonica a cura di Elio Varutti del 2 e del 5 aprile 2020. La redazione del blog ringrazia il signor Claudio Ausilio, esule da Fiume e socio dell’ANVGD di Arezzo, che ha cortesemente fornito i contatti per la ricerca presso il dottor Riccardo Simoni, andando a consolidare una tradizionale e continua collaborazione con l’ANVGD di Udine.
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Collezione familiare
famiglia Conighi, esule da Fiume, Ferrara, poi Udine, fotografie e diplomi.
fotografie dell’Autore.
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Fiume, 4 settembre 1940. Nozze di diamante di Carlo Alessandro Conighi, primo a sinistra seduto e di Elisa Ambonetti, seduta di fonte a lui. Cesare, in divisa, è in piedi dietro al babbo. Poi si conoscono: Lodovica, moglie di Cesare, Amalia, moglie di Carlo Leopoldo, che le sta in piedi accanto. A seguire: Helga e Ferruccio, seduti a capotavola. In mezzo a loro il bimbo Elio, figlio di Giorgio. Dietro, in piedi: Enrico. Poi c’è Maria Regina tra due signori non noti e Giorgio Conighi accanto alla mamma Elisa. Collezione famiglia Conighi, Udine.
Bibliografia e siti web
Roberto Ambrosi, “L’attività dell’architetto Giacomo Zammattìo a Fiume (1883-1900)”, «Fiume. Rivista di studi fiumani», N.S. II, n. 2, ottobre 1982, pp. 70-91.
«Arena di Pola», n. 904 del 1° febbraio 2014.
Angelo Battilocchi e Marco Melini, “La banca centrale e il territorio. Le strutture periferiche della Banca d’Italia”, «Quaderni dell’Archivio storico», n. 3, 2017. Anche nel web.
Viviana Car, “La storia della ‘Casa turca’ raccontata in una monografia”, «La Voce del Popolo», 2007.
Certificato del Civico Ufficio Tecnico di Fiume di C.A. Conighi, 30 giugno 1909.
Certificato di morte di Carlo A. Conighi,, Comune di Udine, Ufficio dello Stato Civile.
Certificato di nascita di Carlo Alessandro Conighi, Ufficio Parrocchiale di Sant'Antonio Taumaturgo, Diocesi di Trieste.
Gabriele D’Annunzio, La Nave. Tragedia, Milano, Fratelli Treves Editori, 1908.
Theodor de Canziani Jakšić, Dekorativno fasadno slikarstvo u Rijeci/Decorative facade painting in Rijeka, Državni arhiv u Rijeci/Rijeka State Archive, 2001.
Diploma di Carlo Alessandro Conighi del “Koeniglich Bayerische Polytechnische Schule in München”, Collezione Famiglia Conighi, Ferrara, poi Udine.
“È morto a Udine il decano degli esuli”, «Giornale di Trieste», IV, 10 agosto 1950, pag. 4.
“È morto Carlo Conighi”, «Difesa Adriatica», IV, Roma, 12 agosto 1950, p. 3.
William Klinger, Organizzazione del regime fascista, Quaderni, vol. XXIV, 2013, pp. 191-216.
W. Klinger, “Germania e Fiume. La questione fiumana nella diplomazia tedesca (1921-1924)”, «Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia», Serie prima: Fonti Vol. XIII, 2011.
“L’ing. Carlo Conighi Grande Ufficiale della Corona d’Italia”, «La Vedetta d'Italia», XV, Fiume 2 agosto 1933-XI, p. 2.
G.M., “In memoria dell'ing. Carlo Conighi”, «Messaggero Veneto», V, 17 agosto 1950, p. 2.
“L’opera e la fede di Carlo Conighi”, «Il Piccolo della Sera», XI, N.S., n. 4114, Trieste, 25 febbraio 1933, Anno XI, p.1.
Nomina a Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, Regia Prefettura del Carnaro, Fiume, 16 settembre 1933-XI, prot. n. 2428, Collezione famiglia Conighi, Ferrara, poi Udine.
“Le nozze di diamante di un patriota fiumano”, «Corriere della Sera», 5 settembre 1940-XVIII, p. 4.
“La scomparsa d’una grande patriota. Maria Conighi visse con ardore la passione italiana di Fiume”, «L’Arena di Pola», N.S., XI, n. 389, 5 maggio 1955, p. 4.
Ornella Sciucca, “Le ville di Belvedere e Cosala: testimoni d’altri tempi”, «La Voce del Popolo», 3 settembre 2021, p.11.
E. Varutti, “Mercanti carnici e tintori zoldani nel Friuli della Serenissima e in quello Imperiale”, «Sfuoi Fornés», n. 67, giugno 1999, periodico di Forni di Sopra (UD), anche in Internet: http://sfuoifornes.it
E. Varutti, Il Campo Profughi di Via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a Udine, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, 2007.
E. Varutti, “Diario di Carlo Conighi, Fiume aprile-maggio 1945”, on line dal 7 giugno 2016.
E. Varutti, “Cesare Conighi da Fiume ai lager di Dachau, Sachsenhausen e Polonia”, on line dal 5 settembre 2017.
E. Varutti, “Le Case Penso e Unione dei costruttori Conighi di Fiume, 1908”, on line dal 28 febbraio 2020.
E. Varutti, “Elisabetta Reich, ebrea di Fiume, sopravvissuta ad Auschwitz”, on line dal 5 aprile 2020.
«La Vedetta d'Italia», 26 febbraio 1933.
Dora Wieberson, József Sisa, Pál Lővei (cur), The Architecture of Historic Hungary, Cambridge, Massachusetts Institute of Technology, 1998.
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Carlo Alessandro Conighi, fotografia da un disegno di Gino Leoni del 1926, firmato a sinistra
Messaggi dal web
Rodolfo Decleva il 10.5.2020 su Facebook nel Gruppo Un Fiume di Fiumani, ci ha inviato il seguente gradito messaggio.
“Che grande ricordo di un grande fiumano e italiano. Meriterebbe uno spazio adeguato sulla nostra Voce di Fiume. Complimenti a Elio Varutti per questo suo lavoro. Segnalo una pagina redatta da un suo nipote su una benemerita pubblicazione del 1953 a cura della Lega Fiumana dell'ANVGD di Bologna. Qui di seguito, ciò che Carlo Conighi rappresentava a Fiume, oltre alle sue eccelse costruzioni.
Presidente Camera di Commercio, Club Alpino Fiumano, Circolo Letterario, Dante Alighieri, Lega Nazionale, Circolo Patriottico, Società Concerti, Cassa Ammalati, Vice Preside Provincia di Fiume, Sindaco di Fiume, Presidente Consiglio Nazionale con D’Annunzio, Grand’Ufficiale della Corona d’Italia, Sostenitore “Giovane Fiume“ e “Giovane Italia”.
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Testi di Elio Varutti. Attività di ricerca e di Networking a cura di Maria Iole Furlan, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti, da collezioni varie, del web, o dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30 - e-mail: anvgd.udine@gmail.com
Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
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