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Diversità qualitative tra le case chiuse di Zara e di Ragusa in Dalmazia, 1930-1943

Aggiornamento: 26 feb 2023


Riceviamo e con curiosità pubblichiamo un inedito mondano manoscritto di Pietro Serrentino, zaratino “patoco”. Inviatoci da Franca Balliana Serrentino, il testo era diretto a Carlo Cetteo Cipriani. L’avvocato Pietro Serrentino ha avuto per anni uno studio legale molto noto a Jesolo (VE) ed era anche ex tenente colonnello dei bersaglieri. Pietro Serrentino nacque il 31 luglio 1921 a Zara da Emilia (Mila) Glusevich e da Vincenzo Serrentino, l’ultimo prefetto di Zara italiana. Pietro è deceduto il 10 novembre 2010 a Jesolo, lasciando nel dolore la moglie Franca Balliana Serrentino e due figlie. 
Nel proporre qui il piccante testo si è cercato di rispettare la grafia originale, pur sciogliendo alcune abbreviazioni. In parentesi riquadrate si sono inserite rare note redazionali, La casa di tolleranza, detta comunemente casa di piacere, casa d’appuntamenti, casa chiusa, postribolo, lupanare, bordello, casìno, era un luogo chiuso in cui esercitare la prostituzione femminile. La senatrice socialista Lina Merlin, nel 1948, presentò un disegno di legge per abolire le case chiuse in Italia. Fu approvato dopo dieci anni. A cura di Elio Varutti, per la redazione del blog.

Foto qui sotto - Cartolina di Zara, Porta Marina, viaggiata nel 1926, editore Lorenzo Mazzanti di Zara. Collezione privata.

Caro Carlo,

esaudisco il tuo desiderio storico di conoscere l’aspetto “mondano” di Zara negli anni ruggenti del regime. La limitazione a detto periodo assolutamente è dovuta al fatto della mia permanenza nella città (anno 1921 – nascita. Anno 1940 – partenza per difendere il sacro suolo della Patria).

Dette premesse sono, inoltre, necessarie in considerazione che la mia esperienza “per sentito dire” va dall’età dei 15 anni ai 18-19 con qualche esperienza fuori Zara e precisamente a Bologna, dove il mio reggimento (6° bersaglieri) era di stanza e per una permanenza di un mese prima di partire per la zona di operazioni. Mi dirai che sono fuori tema, ma tolte le mie esperienze giovanili in Zara, non avevo mai sentito il bisogno di portarmi in “casino”, alias casa chiusa per esperienze d’amore.

Dopo questa lunga chiacchierata posso comunque dirti che a Zara esisteva, ai miei tempi, una sola casa di tolleranza frequentata quasi in esclusiva dalla nostra forza armata che aveva difficoltà di sistemazioni in altra maniera dato l’elevatissimo numero di militari colà in servizio. La predetta casa in via del Canalone, adiacente a Porta Marina, aveva due accessi con una porta interna comunicante, perché la clientela abbiente entrava dalla porta (prezzo £ 10) che dava accesso ad un salottino confortevole con esposizione delle grazie delle “signorine” ivi esercenti alle quali madre natura aveva riservato una particolare avvenenza in rapporto con quelle dell’altro ingresso di £ 5 frequentato dalla cosiddetta bassa forza [militari di truppa].


Foto sopra - Cartolina di Zara, Piazza delle Erbe, dove le donne zaratine facevano la spesa, anni ‘30. Collezione privata.

Nei periodi di maggior consumo la porta interna veniva aperta per permettere a tutte le esercenti di portarsi ove era più necessario, perché attraversando la fatidica porta aumentavano o diminuivano di valore. L’accesso alla casa era riservato agli uomini con almeno 18 anni di età. I minori cercavano con sotterfugi di poter accedere alla casa del miraggio e ciò soprattutto per il “battesimo” che qualificava il giovane fra i maggiori di 18 anni e cioè “uomini”.

Le operatrici che uscivano durante la mattina, accompagnate sempre dalla signora “ruffiana”, facevano le loro spese in tutta serietà senza dar confidenze a nessuno ivi compresi gli eventuali frequentatori della casa che casualmente potevano incontrare nel corso della promenade [passeggiata, in francese]. Tutte le case italiane erano in comunicazione fra di loro perché quasi ogni quindicina le “fanciulle” si traferivano da un casino all’altro.

Le operatrici del sesso ricevevano dalle prime ore del pomeriggio a sera inoltrata ed il costo della prestazione era riferito al tempo impiegato per la bisogna, che per i più dotati poteva anche essere reiterata. Come puoi renderti conto l’ambiente non era raffinato come quello di Ragusa [Dubrovnik], in Dalmazia. [Là] esisteva una viletta con personale particolarmente dotato che incontravi in una sala bar al piano terra, dove ti intrattenevi degustando aperitivi ed altro e dopo aver fatto la conoscenza ti appartavi con la “signorina” con la quale avevi preso l’aperitivo.

Nota bene che dato il costo delle prestazioni in detta villa denominata “Gostiona Lira” [Ristorante Lira] e sita a Lapad, accedevano quasi esclusivamente i signori ufficiali in zona d’operazione. Un particolare: il mio reggimento si fermò a Ragusa per circa un mese reduce da una seria operazione militare in Montenegro. Il frequentatore della casa, una volta scelta la “compagna” doveva proseguire le “consumazioni” giornaliere sempre con la stessa donna e ciò per creare una certa atmosfera.

Come vedi gli slavi in fatto di creatori di “casini” erano più avanti di noi. Spero di essere stato esauriente e, con preghiera di non sputtanarmi, ti saluto molto cordialmente.

Piero


Foto sopra - Mappa di Zara italiana, la Porta Marina è in alto a sinistra in Riva IV Novembre, vicino alla Porporella. Immagine dal web.

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Cenni bibliografici

- Ruggero Botterini, Parlavimo e scrivevimo cussì in casa Mocolo. Vocabolario del dialetto polesano-istriano, Mariano del Friuli (GO), Edizioni della Laguna, 2014.

- Giovanni (Nino) Bracco, Piccolo dizionario dell’antica parlata slava di Neresine, 2009.

- Emilio Franzina, Casini di guerra: il tempo libero dalla trincea e i postriboli militari nel primo conflitto mondiale, Udine, Gaspari, 1999.

- Legge 75/58 20 febbraio 1958, Ministero delle pari opportunità, “Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui”, su pariopportunita.gov.it

- Zara e provincia, Biblioteca dell’Istituto delle Piccole Industrie e dell’Artigianato per Trieste, l’Istria e il Carnaro, s.d. [anni 1920-‘30].


Documento originale – Piero Serrentino, L’aspetto “mondano” di Zara [titolo dedotto dalla prima riga], ms., s.l. [Jesolo], s.d. [1990 ca.], pp. 5.

Collezione privata - Franca Balliana Serrentino, ms.

Ringraziamenti – La redazione del blog, per il saggio presente, è riconoscente alla signora Franca Balliana Serrentino, che vive a Jesolo (VE), per aver cortesemente concesso, il 16 gennaio 2023, la diffusione e pubblicazione. Si ringraziano per la collaborazione riservata Claudio Ausilio, esule di Fiume a Montevarchi (AR) delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo e Bruno Stipcevich, esule di Zara a Meldola (FC). Grazie alla direzione e agli operatori della Biblioteca civica “Attilio Hortis” di Trieste.

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Note – Autore principale: Piero Serrentino. Lettori: Franca Balliana Serrentino, assessore alle Attività promozionali del Libero Comune di Zara in Esilio. Altri lettori: Carlo Cetteo Cipriani, Bruno Bonetti, Claudio Ausilio, i professori Annalisa Vucusa e Ezio Cragnolini. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo.


Ricerche e Networking di Girolamo Jacobson e Elio Varutti. Copertina: Maria Iole Furlan, Cocktail a “Gostiona Lira” di Ragusa nel 1941, collage, pastelli e pastelli a olio su carta, cm 21 x 30, 2023. Courtesy dell’artista. Fotografie da collezioni citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/


Foto sopra - Cartolina di Porta Marina a Zara, 1920-1930.


Luigi Spazzapan, Casa d’appuntamento con nudi (due ospiti in salotto), china su carta su tela, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris. Su concessione della Fondazione Torino Musei, 1948 ca. Opera in esposizione alla Mostra Sottsass/Spazzapan presso la Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan, Gradisca d’Isonzo (GO), 17 dicembre 2022-30 aprile 2023. Ritaglio redazionale.

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